Ci sono le persone brave e perfettamente organizzate che si godono appieno e senza stress i preparativi del Natale. Con gioia si immergono in pompa magna nell’atmosfera natalizia, esprimendo lo spirito delle feste a tutte le ore, in ogni istante, su tutti i social per settimane!
Poi ci sono io, che nonostante tutti i buoni propositi, arrivo a ridosso della Vigilia con l’ansia a mille e l’affanno per la solita dannata lista delle cose da fare. E pur desiderandolo, fatico a sentire lo spirito natalizio!
Le pubblicità di Natale che inizio a vedere in tv un giorno dopo Halloween, mi risultano quasi irritanti. Che esagerati… manca ancora più di un mese! Io non ho nemmeno finito il cambio armadio estate-inverno ed è presto per avere l’ansia da festività!
Arriva la fine di novembre e le città si illuminano a festa! Le strade prendono colore e vivacità, con gli addobbi luminosi buche sembrano meno pericolose e all’immondizia sui marciapiedi fai meno caso! Merito dello spirito natalizio che investe ogni cosa di gentilezza?! I miei vicini hanno già installato le loro luminarie dall’intermittenza nauseante, che toglieranno il 2 di gennaio, con un fastidioso anticipo. E se mai un albero rischiasse di rimanere spoglio, basterebbe attingere a tutte le palle che ci sorbiamo da anni ed anni!
Regali con l’ansia
La gente ben organizzata completa tutti gli acquisti dei regali con largo anticipo, al massimo entro la prima settimana di dicembre. Ed io invece?! Mi riprometto ogni anno di fare tutto con calma e per tempo per scongiurare il rischio della solita mega ansia da Natale, ma mi accorgo che la sensazione di essere a buon punto dopo aver comprato solo un pacchettino è un’illusione. E non ho la più pallida idea di cosa regalare! Così guardo la mia lista di spunti per improbabili probabili regali e:
- ne acquisto qualcuno online dopo ricerca meticolosa e sfiancante e lettura di ogni recensione, anche straniera;
- resto in snervante attesa delle consegne perché uno dei regali è già perso nel triangolo delle Bermude dei pacchetti;
- esco per acquistarne altri in orari che non permettono né soste né errori, camminando come fossi braccata;
- osservo, esamino, immagino, e con faccia stravolta, mi appresto a pagare;
- un giro però non basta, quindi altra uscita e altro affanno con le modalità precedenti;
- fin quando non spunto dalla lista tutti i regali non sono tranquilla.
Ho finito con i regali, finalmente. Bene, ora si passa all’ansia successiva: andranno bene? Forse non piaceranno! E se uno è difettoso?
Ansia da biglietti di Natale
Nel frattempo, dovrei scrivere i biglietti di auguri da inviare ai pochi parenti che ancora amano riceverli e mandarli. Le misere righe da scrivere sono un tormento: vuoto totale, ispirazione ridotta ai minimi termini nel vano tentativo di modificare un po’ la frase canonica, ansia da prestazione, come se non avessi mai tenuto in mano una penna e si trattasse di un documento unico, dove l’errore sempre in agguato verrebbe punito con il taglio della mano.
Scritti in ritardo, spediti con fretta, postini che si presentano solo ogni tanto, ed anche per quest’anno i biglietti arriveranno con l’anno nuovo. Con calma. Nel 2019 un biglietto di Natale partito da Ferrara ai primi di dicembre, ha impiegato quasi due mesi per giungere finalmente a destinazione in Molise!
Non c’è comunque da preoccuparsi: ormai va di moda l’augurio collettivo sui social! Già a partire dal 19/20 dicembre, molti tuoi amici/follower che fino a poco prima andavano sotto post altrui a lanciare frecciate ed insulti, pubblicano i loro democratici auguri infiocchettati. Sistema efficace, sintetico, rapidissimo, ma tanto freddo e un po’ ipocrita!
Un anno fa il 25 dicembre 2020, scrissi così: <<Non è un post di auguri generalizzato, non è un sermone sul Natale difficile dopo un anno infausto, e non è pensiero profondo per nessuno. Oh oh oh: vediamo se mostrandosi odiosi, qualcosa funzionerà meglio!>>. Non è servito a niente e purtroppo ho già ricevuto gli auguri, con 6 giorni di anticipo: è un segnale nefasto, anzi, nefastissimo!
In cerca dello spirito natalizio che non c’è
Quest’anno proprio non riesco ad entrare nello spirito natalizio.
Nemmeno l’anno passato.
Anche scivolando molto indietro negli anni precedenti, ho faticato.
Almeno sono costante!
Lo spirito natalizio latita, e allora vado in cerca di scatti acquatici, per disperdere un po’ i miei pensieri. Immediatamente sento il bisogno di immergermi nel mio amato mare, ma è ancora troppo presto… Mah, non so cosa mi sia passato per la testa quando ho pensato di recuperarlo scorrendo le foto delle vacanze! Ho miseramente fallito!
Qualcuno sicuramente lo avverte già da diverse settimane: sarà perché a Natale si sente di più il bisogno d’amore, ma mi stanno arrivando diverse mail con contenuti tipo “è difficile essere una bella ragazza single al giorno d’oggi, faccia d’angelo, allora vieni a vedere le mie forme cliccando sul link!”!
Non ho la faccia d’angelo, ma posso capirle! Quasi tutti gli anni in dicembre io sono assalita da un senso di crescente insofferenza. Devo preoccuparmi se lo spirito natalizio in me si manifesta con il disgusto verso l’ipocrisia imperante di questo periodo, che mi fa anche un po’ ridere? Se non sopporto la corsa all’ostentazione dei “Natali” perfetti con maglioncino intonato su facebook?
Mi si scatena il desiderio impellente di chiudere rapporti ormai esauriti e solo trascinati con inutili pro-forme! E non ho voglia di utilizzare nemmeno un minuto del mio tempo per frasi di rito e gentilezza verso persone acide e “so tutto io”, verso chi mi ha abbondantemente e volontariamente ferito ma non resta fuori dalla mia vita. Vorrei solo mandarle a quel paese!
Ecco, questo è il mio proposito per il prossimo anno perché è tardi adesso è ormai tardi per passare al lato oscuro del Natale. Come al solito, non lo seguirò!
Quando lo spirito natalizio è non pervenuto e nemmeno i pezzi tradizionali cantati da Ray Charles aiutano, provo a canticchiare qualche canzone, dove il “na na na” sostituisce un intero testo di cui conosco solo cinque parole, tutte uguali. Ma ancora non attecchisce. Così inizio a guardarmi in giro, cercando qualcosa come un lampo da cui dovrebbero scaturire e materializzarsi sensazioni conosciute. Ecco, sento lo spirito natalizio riemergere…. anzi no!
The most worderful time of the year…. forse!
E’ il periodo dell’anno che, forse più di ogni altro, ci sbatte in faccia ogni cruda evidenza.
Rende angosciante ciò che non va, ma soprattutto amplifica i vuoti e li trasforma in macigni insopportabili.
Amplifica i vuoti e sbatte davanti a noi ogni cruda evidenza. Tutte le belle decorazioni luminose, la frenesia di tanti per acquistare i regali, la felicità che il benessere può garantire, non è per tutti. Se si sta male dentro, se non si hanno le possibilità, il Natale è un dramma.
Mi piacerebbe tanto che le magiche luci diventassero minacciose, come fiamme, per chi agisce senza coscienza, chi tira i fili del mondo guidato da cieco egoismo, chi si arricchisce schiacciando gli altri e ne esce pulito, chi vive di cattiveria e si sente tranquillo. Non so davvero come si possa parlare di spirito delle festività ed avere contemporaneamente la coscienza spenta ed una facciata imperturbabile.
E basta con quella raffica di tweet carichi di odio contro il bersaglio preferito del momento (ne usciremo migliori… dicevano… ): così uccidete ogni luce del Natale!
a Natale puoi…
Il covid, la tv che martella ogni giorno, il green pass e il super green pass, il lavoro precario, le bollette lievitate peggio di un panettone, le preoccupazioni, la salute, gli impegni quotidiani, la vita che procede nelle sabbie mobili….
Se a tutto ciò sommiamo quello che ci prefiggiamo di fare per un Natale all’altezza di un vero Natale, con un occhio ai conti e il tempo che corre implacabile, come possiamo permetterci di gustarne pienamente l’attesa? E in un lampo è la Vigilia e poi… come un soffio è già passato e ci manca.
Cosa dovremmo fare allora? Lasciar perdere i regali o non andare a comprarli in orario di chiusura? Dovremmo forse prenderci i nostri tempi e dedicarci a piccoli riti festivi in famiglia? Essere consapevoli e felici di ciò che abbiamo e che altri non hanno?
Io non lo so, non ho ricette efficaci, ed anzi, in un attimo è l’antivigilia e non so ancora che dolce preparare per Natale!!
Devo ancora impacchettare tutti i regali, aggiustare i capelli, dovrei sistemare un universo di cose e mi vengono in mente idee che vorrei realizzare subito. Avrei anche voluto perdere un po’ di peso e mi piacerebbe farlo all’istante.
Non mi sono nemmeno concessa di sedermi qualche minuto davanti al presepe che ho costruito in una notte come si faceva a Roma con le casette abusive negli anni’50/’60.
La Vigilia di Natale
Insomma, sono arrabbiata perché invece dell’entusiasmo sento soprattutto tensione per quella lista di cose da fare prima di Natale, che vivo con l’affanno di un compito in classe da terminare al meglio entro il suono della campanella.
Quando finalmente tiro il fiato perché l’ho completata, è ormai la Vigilia e ce l’ho ovviamente con me stessa perché mi restano pochissime ore per calarmi in quell’atmosfera che capita una volta all’anno.
Non sono e mai sarò un meccanismo perfetto, ma so accorgermi ed apprezzare attimi preziosi quindi devo immediatamente farmi passare questo fastidio per non perdermi l’istante preciso in cui il Natale, con la fortuna di avere i miei cari vicino, farà sentire ancora tutta la sua magia inebriante…
E dato che sognare non costa niente, un po’ di neve creerebbe una cornice perfetta…. beh, anche una pettinatura fai-da-te decente farebbe la differenza, ed anche un metabolismo veloce per mangiare i tortellini (“caplit”, per i ferraresi!) senza sensi di colpa. Anche le pecore del presepe mi sembrano troppo fisse e sarebbero da spostare, e poi…
The end?
Comunque non preoccupatevi se state male, se siete al punto di non ritorno e non ne potete più…. Perché ci ho pensato io a risolvere tutto! Come?! Cedendo all’ascolto di due canzoni di Natale a fine novembre!
Io che ascolto brani tradizionali natalizi, quando manca un mese al Natale, è un evento che sovverte tutte le regole del creato e scatena la furia degli elementi.
Però uno è jazz e l’altro blues! Quindi il mondo sta probabilmente per finire, fine di tutto. Disastri e Covid compresi.
Lo so io ed ora lo sapete anche voi! Ma se ne andrà in grande stile, con lo swing!
Potrei farla diventare un’abitudine, o meglio una tradizione: un post lungo, di quelli che non leggereste mai se non per le prime due righe, ad ogni Natale.