Sono onorata, e sapete perché? Perché a volte capita che talentuose artiste italiane contemporanee siano disposte a raccontarsi nonostante io non sia assolutamente un critico d’arte e se scorrerete questo articolo fin giù, troverete uno spazio dedicato ad ognuna di loro.
Laura Zilocchi, Michela Selvaggia la Porta, Wanda Magliona, Francesca Colaciello, Silvia Senna, Antonella Venditti, Katia Gianfrancesco, Cinzia Daneluz, Anna Zappulla ….
Forse non sono le esponenti più potenti dell’arte al femminile, o le più conosciute e in vista ma proprio per questo ho creato uno spazio espositivo virtuale dedicato a loro, sempre in aggiornamento. Ognuna mette tanto di sé in ogni tela che spesso diventa una cura ed uno specchio, un modo di esprimere ciò che non si riesce a dire, un pezzo di vita dipinto. Lasciando le recensioni a chi le sa fare, vi racconto di loro come donne ed artiste, di debolezze e aneddoti della loro vita e delle tecniche che utilizzano.
Non è un articolo “donne meglio di uomini” e nemmeno una “guerra” tra generi e sessi senza contraddittorio che conduce a divisioni ed esclusioni inutili. Sarà soltanto occasione di parlare dell’arte delle donne, un mondo non del tutto esplorato, forse più complesso e vasto di quanto si possa immaginare.
Tante domande per le artiste!
C’è tanto da scoprire delle donne artiste, di inconfessato e inconfessabile, sfaccettature creative che cambiano in base all’età, al vissuto, alle necessità. Una pittrice sente che particolari della sua espressione artistica siano maggiormente legati all’essere donna? E la femminilità, che non è sinonimo scontato di sensibilità, influisce sull’approccio, sul dipingere, sull’immaginazione? Io penso di sì!
Che ruolo gioca l’istintività? Come rappresentano le donne un lutto o un dramma vissuto? Chi ha un lato spiccatamente materno lo fa emergere? L’arte è un modo per esprimere la sensualità? Risente della pressione della società che con le donne è spesso più severa e meno equa? C’è qualcosa di quell’espressività da cui un’altra donna può sentirsi rapidamente coinvolta?
Vorrei fare tante domande… Ma credo che le donne temano che parlare di questa influenza le esponga senza più protezione, svilendo il valore della loro arte. Recentemente ne ho posta una secca che le riassumesse tutte, forse troppo intima e quindi per alcune, problematica e destabilizzante, ed attendo sempre altre ospiti per saperne di più!
Essere donna influisce sull’arte? E come?
<<Le mie pennellate sono influenzate dai miei sbalzi d’umore, tipici di noi donne.. Delicate ma anche aggressive, ragionate ma anche istintive, seguono i miei stati d’animo>> (Isabella Lafiandra)
<<Penso che la creatività sia donna! Siamo curiose, volenterose, ci mettiamo in gioco, siamo sognatrici e facciamo uscire fuori quel mondo sommerso di sensibilità e bellezza di cui c’è tanto bisogno!>> (Ambrosina Contini)
<<Spesso le donne devono essere più creative anche nella vita quotidiana perché devono superare più ostacoli rispetto ad un uomo. Nella fotografia, la differenza grossa si vede nelle foto di nudo: riconoscerai sempre un nudo ritratto da un uomo, ed uno fatto da una donna. Nel 99% il primo sarà pelle esposta, mentre nel secondo troverai atmosfera, seduzione, particolari non scontati>>. (Paola Galvani)
<<Essere donna è la linfa della mia creatività, il femminile è sensibilità creativa>> (Katia Gianfrancesco)
<<Conosco uomini che hanno le mani d’oro e tanto di cappello. Forse le donne riescono a rendere le loro creazioni più originali e sono più attente ai dettagli, forse le donna hanno una fantasia e delle idee un po’ più eleganti. Ad ogni modo, viva la creatività in ogni sua forma e provenienza!>> (Un soffio di cose belle)
<<Mi rende più pignola ma anche più sensibile nel metterci cuore>> (Chiara Tiozzo)
<<Sprigionare tanta energia vitale, è come dare vita a qualcosa di originale e unico!>> (Letizia Casto)
<<Forse essere donna ti aiuta a dare quel tocco di femminilità in più a tutto quello che si crea>> (Silvia Beretta)
<<Tutti noi sia uomini che donne abbiamo un mondo dentro e c’è chi riesce a farlo uscire di più e chi no. L’unica differenza penso sia che noi donne siamo più sognatrici e questo influisce diversamente in quello che facciamo>>. (Il mondo dell’arte)
Io continuerò a carpire ogni segnale, ogni caratteristica che non ti aspetteresti, ma intanto vi aspetta qui una presentazione delle artiste: non fermatevi alle prime righe, mi raccomando! Sono intense note di creatività e di cuore.
Artiste italiane contemporanee
Laura Zilocchi
E’ un’artista emiliana, che vive nel paese di Don Camillo e Peppone, appassionata di pittura, cibi storici e folklore. Laura Zilocchi mi ha addirittura ringraziata perché <<forse finalmente riesco a recuperare quella me stessa che si era persa>>.
25 anni fa, su un pezzo di compensato aveva impresso quel preciso istante della sua vita, con ritagli di giornali e colori in polvere, come sequenze di un film che stava ancora girando senza però conoscerne il finale.
<<L’ opera risale al 1995: allora mio figlio più piccolo aveva 3 anni ma gli altri suoi fratelli ne avevano rispettivamente 18 e 25. Avevo dovuto ricominciare tutto da capo e riprendere il filo dei miei pensieri e questo lavoro creato di notte mentre tutto era silenzio, rappresenta me stessa mentre dalla porta socchiusa cerco di entrare nel mio mondo di sogni>>.
Ha sempre preferito strappare la carta con le dita invece di ritagliare le immagini dalle riviste, perché i contorni imprecisi che otteneva, talvolta aspri come le incertezze e la durezza dell’esistenza, ed altre volte morbidi come il desiderio di indugiare nel mondo onirico, le hanno permesso di raccontarsi: << in queste opere ho raccontato la me stessa più segreta, la sognatrice che si sente prigioniera mentre vorrebbe fuggire da un mondo che la opprime e che non riconosce come suo. Strappare la carta in questo modo mi è servito tantissimo in un momento molto difficile>>. L’arte come cura: tornerà spesso!
Wanda Magliona
<<Nei miei dipinti c’è tutto di me, molti sono autobiografici… c’è gran parte della mia personalità, le sensazioni delle mie giornate, il mio modo di pensare, i miei valori, il mio modo di vedere me stessa e di vedere gli altri. Principalmente nascono dal cuore e vorrei trasmettere allo spettatore quello che sento nel momento in cui sto dipingendo o disegnando: il mio obiettivo è proprio trasmettere emozioni. Non mi interessa che mi venga detto “i tuoi lavori sono belli”, non mi interessa la bellezza e nemmeno la perfezione. Anzi tutto il contrario: preferisco le figure deformate ma che dicano qualcosa! Quando qualcuno si è rispecchiato in ciò che faccio, come per esempio il mio progetto sull’ansia, è stato magnifico sentirmelo dire, perché è quello a cui punto>>.
Lei e Wanda, una giovane artista espressionista, coraggiosa e fragile, in costante conflitto con la pittura che però presenta già uno stile personale ben riconoscibile, fatto di contrasti, tratti che sono ferite, pochi colori e volti che si raccontano da soli. Utilizza acrilici perché, asciugandosi quasi istantaneamente, rispondono alla sua esigenza di dare vita con immediatezza all’idea che ha in mente, e non manca mai il nero che la fa esprimere al meglio.
<<Credo che l’arte sia una cosa molto soggettiva e che non vada giudicata. La mia… direi semplicemente che è una liberazione>>. E sorridendo: <<di me posso dire di essere una persona… diciamo non del tutto normale. Le persone più creative sono quelle imperfette, strane, speciali, le persone così comprendono l’arte e dipingono l’anima. Poi questa è una mia opinione! Sicuramente al mondo ci sono milioni di artisti che conducono una vita splendida e si sentono accettati creando capolavori. Ma a parer mio, chi soffre crea in una maniera che lo spettatore non può dimenticare>>.
Michela Selvaggia La Porta
A volte delicata e romantica ed altre grintosa, Michela è un’abilissima pittrice i cui pennelli sanno muoversi con agilità su ogni superficie e tessuto. Dalle t-shirt dipinte a mano, ispirate dal “suo” mondo bikers alle lenzuola e federe davvero uniche, e poi ceramica, porcellana, legno e pareti. Ma non si fa mancare l’eleganza preziosa dei tessuti per gli abiti da sposa, dipinti a mano con fantasia floreale…sì, dipinti!!! I suoi colori sono liberi, incontenibili, non si fanno imbrigliare e si espandono in tante sfumature che sembrano proseguire oltre le tele, come in “Musica”.
Dopo uno dei tanti femminicidi a cui sembra quasi di doversi adeguare, come fossero una consuetudine, mi ha scritto per inviarmi un dipinto che ha intitolato “Scappa!”. <<E’ dedicato alle donne! Leggendo dell’ultimo femminicidio, ho passato un’intera giornata incazzata nera, perché il mostro è stato definito “il gigante buono”. Non c’è niente di buono in un omicida! Avevo una rabbia che neanche immagini, allora ho preso le spatole…. ed è venuto fuori “Scappa”>>. Restare impassibili non è più possibile, non più, e il suo rosso sangue buttato su quella tela è uno schiaffo per svegliare chi di dovere dal torpore, dall’incapacità di agire. Nel dicembre 2021 ha esposto in una galleria a Roma i suoi quadri dedicati alla violenza sulle donne, accompagnati da scritti di donne che hanno subito umiliazioni e violenze.
Katia Gianfrancesco
Travolge per l’irruenza, ti raccoglie con dolcezza, ti trasporta in un sogno, ti fa navigare e ti fa riscoprire il legame antico che tutti abbiamo con la terra, ma che qualcuno forse non sa riconoscere.
Le illustrazioni di Katia Gianfrancesco sono leggere come piume variopinte, sono dinamiche, ricche di onde, radici, venature dove scorre la linfa che alimenta fiori, alberi, cuori, umani. E’ arte femminea di un’artista istintiva, che come la natura sa rigenerarsi e dare la vita, scatena tempeste e sa essere accogliente, impetuosa e struggente. Lei disegna e colora per le donne, regalando un piccolo universo in cui fantasticare.
<<Disegno donne: guerriere, dolci, sognatrici, tristi, felici…. donne e fiori, natura, foglie, alberi, cieli, notti… perché questa è la nostra casa. La natura, la bellezza che ci circonda e che bisogna saper cogliere sempre, nonostante tutto. Ho sempre disegnato fin da piccola ma non ho mai studiato l’arte di disegnare. Mi appassionano i tratti che su un foglio di carta, tracciano pensieri, idee, emozioni, dolori, passioni. E mi piacciono gli acquerelli perché regalano un’atmosfera sognante ma adoro anche i pastelli e pennarelli>>.
Ha iniziato con i Doodle, che l’allontanavano da preoccupazioni e pensieri insistenti ma poi disegnare si è tramutato da forte predisposizione a mezzo di guarigione senza controindicazioni. E non l’ha più lasciato.
<<Il disegno è diventato per me un momento di meditazione, un mio modo di entrare in contatto con me stessa e per superare il buio che ognuno porta con sé.
E’ una passione che mi mette in contatto con la parte più intima di me stessa, rivela il tratto dei miei pensieri e della mia anima. Mi sono appassionata anche alla creazione di piccoli gioielli di carta dipinti e realizzati completamente a mano… anche qui spesso i miei soggetti appartengono alla natura>>.
Anna Zappulla
<<Dipingere mi aiuta a riportare la luce anche quando sembra che tutto vada a rotoli. I fiori rappresentano la mia resilienza, la mia gratitudine per la vita, il mio amore per la bellezza>>. Le tele di Anna Zappulla offrono visuali di giardini ricchi di fiori profumati e petali che ondeggiano col vento. Sono dipinti vibranti di vitalità, generosi di colori densi e naturali increspature, e non perdono mai di immediatezza e semplicità. <<Mi definisco una “creative woman”, la creatività infatti è stata sempre presente nella mia vita: da bambina amavo molto creare, usavo stoffe, aghi, uncinetto, DAS, pasta di sale, colori e inoltre amavo preparare dolci. Quando mi prendeva l’estro creativo dovevo assecondarlo immediatamente. Piano piano, seguendo un percorso di crescita interiore, mi sono resa conto che proprio “creare bellezza” è lo scopo della mia vita. All’inizio dipingevo “i colori dell’anima” usando colori ad olio, una sorta di pittura astratta con la quale tiravo fuori le emozioni.
Dopo un periodo durato circa 10 anni, in cui non ho preso in mano un pennello, mi sono riavvicinata ai colori (acrilici) in seguito ad un evento traumatico: mio marito ha avuto una brutta malattia invalidante ed è vivo per miracolo. Complice anche il lockdown, ho frequentato maggiormente i social e proprio su Instagram ho scoperto tanti artisti che dipingevano fiori, una fra tutte Valeria Piludu, mia fonte di ispirazione. Ho cominciato quindi a dipingere per trasmettere attraverso i colori la mia visione positiva della vita… nonostante tutto: dipingo per diffondere vibrazioni positive e bellezza contrastando così le brutture del mondo>>. Quando dipinge riesce ad estraniarsi: affonda la spatola nei colori della sua Sicilia, soprattutto nel turchese del mare e fa nascere fiori che si tingono di gioia.
Francesca Colaciello
Fa risplendere quadri e creazioni di infiniti punti di energica luce colorata e si diverte a celare sorprese nelle tele. Se si osserva con attenzione “La donna Jolly”, dipinta sulle note de “Il Jolly” di Renato Zero, si può infatti notare che <<il muro nasconde il profilo di una donna col rossetto, bendata che si perde nel cielo. In un momento in cui la donna è protagonista delle cronache, viene “maltrattata” e denigrata, derisa ed anche uccisa, ho creato questa donna tuttofare, che stanca si riposa seduta e guarda da un angolo quello che crea ogni giorno. Avrei ancora tanto da dire su questo lavoro… ma mi fermo qui!>>
Francesca mi ha raccontato un po’ di lei: si definisce riccia dentro e fuori, ragioniera per necessità, e artista per nutrire l’anima. <<Come tutti ho avuto alti e bassi ed è proprio in uno dei momenti più bassi e vuoti della mia vita che ho ripreso tela e pennelli per elaborare il lutto di mio papà. Ho scoperto piano piano che quelle tele mi davano modo di tirare fuori il bello e il cattivo tempo senza far male a nessuno. Facevo bene o male solo a me stessa. Ci ho buttato dentro la mia essenza, la mia anima. Pubblica qua e pubblica là, tre anni fa ho imparato anche a staccarmi materialmente da quei pensieri, ed ho iniziato a vendere. Sai quanto vale vendere la propria arte? Tanto! Quando un estraneo ti commissiona un lavoro per fare un regalo o semplicemente per arricchire la propria casa, io mi sento di aver fatto centro! Il valore economico è relativo ma il morale sale alle stelle! Le mie “sensazioni” arrivano… piacciono… e sono felice!>>.
Cinzia Daneluz
Ci.Cinzia è un’artista artigiana, abile ed amorevole nella lavorazione del vetro, che le ha fatto conoscere il compagno della sua vita, ed appassionata di pittura su differenti supporti. La duplicità tipica del suo segno zodiacale si rispecchia anche nella sua creatività, combattuta tra le sue abilità, senza tregua come le maree che influenzano la sua ispirazione. <<Ogni tanto mi sento sdoppiata e non riesco a far conciliare le due cose: la mia artigianalità con il vetro e la pittura su altri supporti!>>.
Ha una gallery è ricca di colori, di mare e di terra, un mix di trasparenze e pastosità, di vetri e superfici dipinte, e di protagonisti leggeri, delicati ma liberi: fiori e farfalle, foglie e pesci incuranti della tua presenza… O forse potrei dire pesci di mare e di terra perché anche le sue foglie sembrano guizzare! Pesce tra i pesci nel suo mare, che non è mai solo calmo e trasparente, ma arriva anche a forza 8: <<ho diverse creazioni con il mare, il mare ce l’ho dentro e mi fa vivere meglio; tutti i blu, azzurri e verdi caldi, sono parte dei miei lavori! Io e il mio modo marino, dentro quel mare che ci fa creare. I pesci sono il mio segno, i pesci raccontano a chi li sta a guardare>>.
Antonella Venditti
<<Dipingo soprattutto in astratto perché avendo due patologie oculari non ho il punto di fissazione, le distanze, la profondità, per cui vado ad impressioni, ad immaginazione. Vivo di emozioni, intuito e fantasia ma soprattutto mi ispira la natura che mi circonda!>> Lei è Antonella, alias carezze di colori, vere affettuose carezze di sfumature delicate che sa trasmettere alla carta, alle tele e a chi le osserva, come se avesse dei batuffoli morbidi e profumati invece dei pennelli.
<<Sono di Roma, pittrice autodidatta in quanto gli studi che ho fatto sono ben lontani dall’artistico, ma ho sempre avuto una passione per i colori e l’artigianato. Anni fa mi dilettavo nei lavori di decoupage e bigiotteria ma poi ho ripreso dopo anni i pennelli e dipingo soprattutto arte astratta floreale. L’amore per i fiori me lo ha trasmesso mia madre. Il mare invece lo sento dentro di me come una seconda pelle avendo vissuto per 12 anni in una località marina, per cui lo porto sempre nel cuore ed appena posso lo dipingo>>. Nei suoi acquerelli non c’è fretta, non c’è clamore: i colori si espandono in figure senza limiti, elastiche, un po’ si nascondono timide e un po’ si lasciano andare, mostrandosi e sfiorandoti la mano.
Silvia Senna
La sua pittura di Silvia Senna è la mutevolezza messa sulla tela, in un’atmosfera quasi ovatta forse perché un po’ frastornata, ma a tratti bruscamente scossa da pennellate severe e taglienti. Anche un luogo che appare tranquillo o una stagione che fa pensare alla calma, i cui ritmi sono prossimi al dolce letargo, è in continuo movimento: niente resta com’è, tutto muta spesso senza che ce ne accorgiamo, e ciò che era… è già “nuovo”.
Dovremmo fermarci ad osservare, ad ascoltare, divenendo parte di quel mutamento.
Mi sono imbattuta nei suoi dipinti ad olio in un giorno di novembre: <<Le mie città in autunno ritrovano un’armonia speciale con la natura e i suoi sensi. Colori, profumi e quel rumore di foglie come tappeti su cui far correre i pensieri. Tutto fugge, ci insegue, ci vortica intorno mentre corriamo inseguendo il giorno. Siamo nomadi involontari inseguiti e inseguitori>>.
Daniela Linguanti
Il blu attraversa tutta la galleria di Daniela Tania Linguanti, in arte Danitani, ricorre quasi ovunque e trasporta il visitatore come se fosse su un’imbarcazione che attraversa lo Stretto di Messina ed approda sull’isola. Di quel colore ce n’è un pezzetto in ogni creazione ed inonda gli occhi di chi osserva anche se ci si avvicina alle pendici del vulcano dove la terra borbotta di calore: <<Ho vissuto alle sue pendici per 25 anni: l’Etna mi segue sempre>>.
E’ un’amante dell’arte ed una appassionata lettrice che vive in un paesino della Sicilia affacciato sulle trasparenze delle Ionio. La sua passione per il blu è nei dipinti, nei disegni, nelle creazioni di riciclo artistico, nelle sculture fatte di legnetti portati dal mare o sassi trovati nell’acqua. <<Tutto è cominciato proprio da lì, dal mare. Raccoglievo radici dalle forme accattivanti, mattonelle e sassi levigati dal mare. Poi, un giorno, in quei legni e in quei sassi iniziai a vederci delle cose e li dipinsi. Da quel momento non mi sono più fermata e ho iniziato a conoscere il mondo dell’artigianato>>.
Va alla continua ricerca di dettagli portatori di <<storie e leggende sulla mia Terra e, ispirata da queste, dipingo le mie Storie Blu. Sì, perché il blu è il colore che caratterizza le mie tele. Il colore in cui mi rispecchio, il colore che mi aiuta a sognare meglio. Da Colapesce al Minotauro, da Prometeo a Pandora a Icaro, al Gattopardo a Macalda di Scaletta. Mitologia greca e storie di Sicilia mi appassionano da sempre>>.